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Bitcoin, si può parlare di rivoluzione?

12 December 2017 / Tecnologia

Nel dicembre 2008 viene pubblicato il protocollo Bitcoin su The Cryptography Mailing list da un autore, tuttora sconosciuto, Satoshi Nakamoto.

E adesso, dalla notte di domenica, è possibile scambiare titoli futures basati sui bitcoin alla borsa di Chicago (CBOE). È una notizia da non sottovalutare.

Per la prima volta titoli relativi ai bitcoin vengono scambiati su un mercato ufficiale e regolato. Ma per capire meglio ciò che sta succedendo conviene rispondere ad alcune domande.

Cosa sono i bitcoin?

I bitcoin sono una moneta virtuale o criptovaluta, distribuita e generata da una rete decentralizzata “peer to peer”. Alternativa alle normali monete, è decentralizzata e resa sicura da complessi meccanismi crittografici. Questo significa che non esiste alcuna banca o autorità centrale che emette la criptovaluta o che influenza il valore di un bitcoin. Tutto è regolato dalle leggi della domanda e dell'offerta.

A tal proposito uno dei pilastri costitutivi del bitcoin è la blockchain, un database che contiene i record delle transazioni effettuate, dall'assegnazione della prima moneta all’ultima, e che viene aggiornato da tutti i partecipanti alla rete. L'assegnazione di nuove monete agli utenti viene effettuata attraverso un complesso sistema che permette di riconoscere gli utenti che maggiormente concorrono alla sicurezza della rete bitcoin creando un meccanismo incentivante che rende la rete più sicura nel tempo.

Attualmente ce ne sono in circolazione circa 16,5 milioni. La base monetaria del bitcoin cresce in modo deflazionario e, secondo i parametri impostati in origine dal creatore del protocollo, si fermerà asintoticamente a 21 Milioni di unità approssimativamente nel 2140.  

Dicevamo che il valore del bitcoin è determinato da puri meccanismi di domanda ed offerta; nello specifico la domanda dipende dal numero di utenti che vuole accedere attivamente alla rete, interagendo con la blockchain, e il valore dei bitcoin oscilla in maniera piuttosto brusca, non essendo legato ad alcun fondamentale sottostante ed essendo ancora un mercato in crescita.

Bastano poche vendite o acquisti per produrre aumenti o cali del loro prezzo. Non a caso nell’ultimo anno la moneta virtuale ha assistito a un incremento del suo valore praticamente ininterrotto e senza precedenti, passando da mille euro a gennaio ai 18 mila degli ultimi giorni, complice anche l’elevato livello di accessibilità.

È sufficiente avere una connessione internet per poter effettuare un'operazione in bitcoin da qualunque geografia ed in qualunque momento.

E se fosse solo una bolla speculativa?

Secondo alcuni esperti, la vera rivoluzione di bitcoin non è tanto la valuta in sé ma il meccanismo per cui i bitcoin funzionano: senza nessun organo centrale che svolga la funzione di garante – come invece funziona per le valute normali – sfruttando il sistema “peer-to-peer”. Molti rappresentati del mondo istituzionale ritengono che il fenomeno sia puramente speculativo, una bolla destinata a sgonfiarsi.

In altri casi, pur sottolineando molti tratti del fenomeno attuale come tipici di quelli di una bolla speculativa, viene anche riconosciuto il carattere potenzialmente travolgente di questo nuovo meccanismo tecnologico ed economico, destinato a rimanere nel tempo e forse anche a cambiare l’ordine del mondo finanziario attuale.

E infine parliamo dei futures bitcoin.

I futures sono contratti che permettono agli investitori di “scommettere” sul valore di un indicatore sottostante. La possibilità di scambiare futures sui bitcoin significa che sarà possibile scommettere sul loro valore nel prossimo futuro su un mercato regolamentato (come la CBOE). Gli investitori potranno cercare di assicurarsi contro una eventuale diminuzione nel prezzo dei bitcoin, ma potranno anche scommettere per guadagnare dalla fluttuazione del loro prezzo. Solo i futures legati al prezzo dei bitcoin saranno scambiati alla borsa di Chicago; mentre i bitcoin vengono scambiati con un altro sistema.

I primi contratti futures scambiati tra domenica e lunedì avevano una scadenza fissata per il prossimo gennaio e sono partiti prevedendo un prezzo dei bitcoin pari a 15 mila dollari, per poi salire fino a 18 mila. Attualmente i bitcoin valgono 18 mila dollari, 18 volte quello che valevano lo scorso gennaio. Il valore di riferimento dei bitcoin utilizzato dalla borsa di Chicago sarà quello mostrato dalla piattaforma di scambio Gemini, una delle principali piattaforme usate per scambiare bitcoin.

La decisione di permettere lo scambio di futures basati sui bitcoin è stata presa dallo US Commodities and Futures Trading Commission, l’ente del governo statunitense che si occupa di regolare questo tipo strumenti finanziari. La commissione ha avvertito i potenziali investitori che i futures saranno probabilmente soggetti a forti variazioni e volatilità nel loro prezzo, e quindi sono da considerare uno strumento molto rischioso.