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Deep Web: il lato oscuro del Web

22 November 2017 / Web & Social Media

Immaginate un iceberg che flotta tranquillo nell’Atlantico.

Ciò che vediamo è solo la parte emersa che si erge sulla superficie dell’oceano, tutto il resto – sotto la superficie – possiamo solo immaginarlo.

Ecco, per il Web vale la stessa cosa.

Il Web visibile è ciò che i motori di ricerca tradizionali sono in grado di indicizzare mentre la parte di Web sommersa è chiamata Deep Web. Qui vengono svolte tantissime attività, dalle più controverse a quelle illegali (complotti terroristici, affari di droga, vendita di armi e pedopornografia). Ancora più giù, nelle profondità marine si agita il mistero di internet, dove in pochi riescono a immergersi.

Il Dark Web è un sottoinsieme del Deep Web. Irraggiungibile con una normale connessione internet senza l’uso di software particolari perché giacente su reti sovrapposte ad Internet chiamate genericamente “darknet". Il dark web nasconde le cose piuttosto bene. Evita che le identità siano note, cosa venga fatto e dove, e non sorprende quindi che venga utilizzato spesso per attività illegali difficilmente controllabili dalle autorità.

Tor è il sistema di anonimizzazione, gratuito, per accedere alla parte oscura del Web. Un servizio come Tor è globale, senza dislocazione fisica precisa e non è sostenuto da alcuna precisa entità commerciale. È l’acronimo di The Onion Router, nato inizialmente per permettere la navigazione nei paesi dove internet era soggetto a censura, ha la capacità di nascondere il proprio indirizzo IP e la propria identità in Rete “rimbalzando” la connessione fra vari computer sparsi in tutto il mondo. Quindi, è sì utilizzato dalle organizzazioni criminali ma può essere utilizzato anche da individui innocenti e gruppi che combattono l’oppressione, la censura, la privazione della libertà scambiandosi informazioni in maniera del tutto anonima.

Deep web: pericoli e controlli

Addentrarsi nel dark web non è facile come inserirsi in una conversazione telefonica. Tuttavia non è impossibile. Gli aspiranti naviganti dark che volessero fare un giro nella zona oscura, non sapendo realmente proteggere i propri dati, devono comprendere che i rischi e i pericoli non sono pochi.

Attualmente, in seguito alle rivelazioni di Edward Snowden, si è molto discusso sull’opportunità da parte delle organizzazioni governative, di controllare e sorvegliare le comunicazioni online e offline. Gli ultimi anni hanno visto la Microsoft confrontarsi con il governo americano in merito all’accesso alle email e la Apple con l’FBI. Facebook invece ha abilitato la protezione crittografica su WhatsApp per proteggere le comunicazioni degli utenti da occhi indiscreti, pur mantenendo la possibilità di vedere i dati nella app stessa.